Giovanni nasce a Mola il 12 aprile 1939, secondogenito di una famiglia numerosa composta dai genitori, sei figli, la nonna materna e la zia Pasqua, sorella di sua madre.

Dopo aver frequentato la Scuola Elementare “Santa Chiara” con il Maestro Don Antonio Mancini e la Scuola Media “Tanzi”, consegue a Bari, presso il Liceo “Scacchi”, la maturità scientifica. Si iscrive alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli studi di Bari, e qui, nel 1962, si laurea con il massimo dei voti, discutendo una tesi sul tema “Industrializzazione e Mezzogiorno”.

Subito dopo la laurea vince un concorso al Ministero Affari Esteri che gli avrebbe consentito di intraprendere la carriera diplomatica presso l’Ambasciata Italiana a Londra, ma egli rinuncia a partire per l’Inghilterra, preferisce restare nella sua Mola, dove ci sono i suoi affetti più cari. Il suo primo lavoro è quello di Segretario presso l’Istituto Agrario di Andria che dipende dalla Provincia di Bari e, poco dopo, viene trasferito al palazzo della Provincia dove comincia una lunga e prestigiosa carriera di funzionario pubblico.

Agli inizi degli anni ’60 le sezioni di azione cattolica erano gli unici centri di aggregazione per bambini, ragazzi e adulti di entrambi i sessi. A Mola ognuna delle tre parrocchie aveva il proprio gruppo, e quello della parrocchia della Madonna del Rosario (chiesa di S. Domenico), detto “San Pancrazio”, era una vera e propria fucina di idee e di talenti. Qui, tra i tanti giovani intraprendenti, emerge Giovanni Padovano il quale, nel ’63, ne assume la presidenza e fonda e dirige un periodico ciclostilato intitolato “La Sveglia”, che affronta diversi temi e problemi, anche di tipo sociale e politico. In vista delle nuove elezioni comunali del ’64, il prof. Barbanente ritiene che occorre puntare sui giovani cattolici più promettenti per svecchiare e innovare la DC. Su queste basi ha inizio il cammino politico di Giovanni Padovano.

La sera del 15 dicembre 1964 viene eletto primo cittadino di Mola e ciò avviene per i tanti voti presi, per le sue qualità e per il fatto che è ben sostenuto dal prof. Barbanente e dai moltissimi giovani di Azione Cattolica che appoggiarono tenacemente la sua candidatura.

Nel discorso da lui fatto nel Consiglio Comunale la sera del 15 dicembre 1964, subito dopo la sua elezione a Sindaco, egli enuncia le seguenti linee guida della sua Amministrazione: “Mio proposito è di innovare laddove è necessario innovare, di riordinare ciò che va ordinato, di usare coraggio laddove sarà necessario il coraggio … A Mola c’è tanto da fare e bisogna partire dal ridurre la distanza tra amministratori e amministrati”.

Nel 1964 Giovanni Padovano è il più giovane Sindaco d’Italia e finirà per essere anche quello che guiderà per più tempo il Comune di Mola. Egli infatti è Sindaco di Mola per ben 15 anni: dal 19/12/1964 al 24/10/1975, dal 24/05/1979 al 05/10/1981 e infine dal 19/10/1985 al 18/01/1988.

Il Sindaco Padovano dà notevole impulso alla modernizzazione di Mola. Si devono a lui la metanizzazione del paese (fra i primi del mezzogiorno), la costruzione di nuove scuole, l’approvazione di un “Piano di Fabbricazione” finalizzato a disciplinare lo sviluppo urbanistico e l’avvio di un piano di edilizia popolare rivolto a soddisfare i bisogni abitativi dei meno abbienti.

Sempre a lui si deve la meccanizzazione della nettezza urbana, il completamento della rete idrica e di quella fognante e il piano per l’isolamento del Castello Angioino.

Altro grande merito del Sindaco padovano è l’aver portato a compimento il progetto di restauro dell’allora cadente Teatro Comunale “N. Van Westerhout”. In occasione della sua riapertura, il teatro ottocentesco di Mola vive due straordinarie inaugurazioni: la prima (per la musica) si tiene la sera del 6 dicembre 1972 con un concerto dell’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari, diretta dal Maestro Nino Rota; la seconda (per la prosa) si tiene la sera del 24 maggio 1973 con la rappresentazione, da parte del G.U.T. di Mola, dell’opera di Eduardo De Filippo “L’Arte della Commedia”, diretta dal grande maestro.

Il 25 maggio 1973, nella sala del Consiglio Comunale a Palazzo S. Domenico, il Sindaco Padovano attribuisce la cittadinanza onoraria al Maestro Eduardo De Filippo. Nella sua relazione Giovanni Padovano sostiene: “ … le spese a favore della cultura non sono improduttive e costituiscono veri e propri investimenti. Servono a creare i futuri cittadini, a formare i giovani e i non giovani, ad avere una società più preparata e capace di affrontare gli innumerevoli problemi del mondo … Ecco quindi il Teatro Van Westerhout: strumento di cultura, di promozione delle attività artistiche, a servizio di tutti. Il Teatro, legato al ricordo del musicista Nicolò Van Wetsterhout, rappresenta una pagina significativa della storia molese … e il 6 dicembre 1972, dopo oltre 20 anni di completo abbandono, restaurato fedelmente, è stato riconsegnato ai molesi e ai pugliesi!”.

Per il Sindaco Padovano la politica è un servizio. Al primo posto egli pone la passione per il bene comune e non per il restare in sella al potere. Quando viene il momento di passare la mano, lo fa senza problemi, senza rimpianti.

Chiusa l’esperienza politica, egli resta molto attivo sul piano culturale e sociale: infatti, a partire dal 1997 si dedica intensamente al consolidamento dell’associazione musicale Agimus (Associazione Giovanile Musicale, sezione di Mola) e ne diventa il presidente fino al 31 agosto 2002, data della sua prematura morte.

La presidenza di Giovanni Padovano coincide con il periodo di maggior ascesa dell’Agimus di Mola: la Direzione Nazionale giudica infatti la sezione molese come la terza sezione su scala nazionale in relazione al volume di attività e alla qualità della programmazione.

Alla base di tale exploit senza dubbio vi è la lucida capacità di Giovanni Padovano nel “disegnare” una progettualità innovativa per l’associazionismo culturale locale: metodo della programmazione annuale e pluriennale; organizzazione di grandi eventi; costante operatività; diversificazione e carattere divulgativo delle proposte; valorizzazione dei giovani talenti locali, nazionali e internazionali (ospitalità del TIM Torneo Internazionale di Musica); divulgazione su scala nazionale delle composizioni di Niccolò van Westerhout.

Negli stessi anni in cui presiede l’associazione Agimus, Giovanni Padovano collabora anche con Don Michele Battista per la realizzazione della chiesa del Sacro Cuore e, nel privato, si dedica alla coltivazione dell’orto di famiglia.

Circondato dall’affetto dei suoi cari, Giovanni Padovano cessa di vivere il 31 agosto 2002.

Nella omelia funebre Mons. Domenico Padovano pronuncia in suo ricordo queste parole “Giovanni Padovano è stato un politico galantuomo, credibile, cosciente del suo ruolo: costruire il bene comune. Sapeva ascoltare la sua coscienza e la gente, per questo la gente gli ha voluto bene. Sapeva pensare alla grande, senza perdere di vista il concreto: cercava di provvedere al tombino che non funzionava davanti alla casa della vecchietta, pur sapendo che il destino dell’uomo si gioca sulla frontiera dei grandi valori, dei grandi ideali”.

Giovanni Padovano non sarà mai dimenticato e resterà per sempre una parte cospicua dell’anima della città di Mola di Bari. Dalla sua morte, in suo onore, e per preservarne il ricordo a perenne memoria, l’associazione Agimus di Mola abbandona l’affiliazione all’associazione nazionale A.gi.mus. (Associazione Giovanile Musicale) e si costituisce in forma autonoma acquisendo la denominazione “Associazione Giovanni Padovano Iniziative Musicali”.

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