Presentazione

TRANSLEIT

EBBANESIS (VIVIANA&SERENA)

Nate per gioco sul web, approdate seriamente su palcoscenici importanti. Grazie ad un incontro folgorante. Perché la vita è fatta di incontri, come sanno bene Viviana Cangiano (voce) e Serena Pisa (voce e chitarra) del duo EbbaneSis, di scena con lo spettacolo Transleit, che è anche il titolo di un album del 2020 nel quale le due musiciste avevano sintetizzato la loro maestria e dieci traduzioni in napoletano di celebri cover, da Michelle dei Beatles a Bohemian Rhapsody dei Queen sino a Billie Jean di Michael Jackson. Non manca il pop italiano, rappresentato da Attenti al lupo e T’appartengo. E pensare che tutto ha avuto origine sui social. Nel 2017 il duo inizia ad apparire su Facebook con intriganti rivisitazioni di classici della canzone napoletana, ma anche celebri pezzi rock cantati in dialetto: è il caso di Carmela di Salvatore Palomba, portata al successo da Sergio Bruni, che supera le 400mila visualizzazioni, e soprattutto Bohemian Rhapsody, che registra addirittura 2milioni di views, diventando un autentico caso mediatico.  Nasce così lo spettacolo-concerto Serenvivity nel quale Viviana e Serena cantano classici della canzone napoletana come Reginella, ‘O sarracino, Rondinella, ‘O zappatore, ‘A rumba de scugnizzi e ‘O sole mio, rivisitati in un vaudeville nel quale una componente importante gioca la vis comica delle due artiste, che dopo le collaborazioni con lo scrittore Maurizio De Giovanni ed Elena de Curtis, nipote del principe della risata Totò, hanno avuto riscontri positivi da maestri della tradizione partenopea come Isa Danieli, Lina Sastri e Teresa de Sio. Alle richieste di concerti in Italia, si aggiungono le esibizioni in Francia, Germania, Russia, Emirati Arabi e molti altri Paesi, dove le EbbaneSis cantano sempre in napoletano. «Promuoverlo anche attraverso le traduzioni di hit internazionali è una grande responsabilità per noi – spiegano le due artiste – e lo facciamo solo per il piacere di donare alle canzoni che amiamo un sapore partenopeo. È un esercizio che ci fa amare ancora di più la nostra città e la nostra cultura».

PIU’ INFO