Presentazione

CENTOQUARANTUNO ovvero l’ultimo inganno mozartiano
spettacolo scritto e diretto da Michele de Candia

MICHELE DE CANDIA-VITO COFANO duo pianistico

Musiche di Mozart e Rossini

Due mostri sacri del teatro d’opera, Rossini e Mozart, vengono messi a confronto, come se il primo fosse l’incarnazione del secondo, nello spettacolo musicale «Centoquarantuno» scritto e diretto da Michele de Candia, che il 9 ottobre (ore 20), al Teatro van Westerhout, per l’Autunno dell’Agìmus di Mola di Bari, se ne fa interprete in scena suonando il pianoforte a quattro mani col compagno d’avventura Vito Cofano.
L’idea dello spettacolo, che ha come sottotitolo «L’ultimo inganno mozartiano», parte dalla scomparsa del genio di Salisburgo, avvenuta il 5 dicembre 1791. Mozart venne seppellito in una fossa comune, come ha ricordato anche nel discusso film «Amadeus» il regista Milos Forman. Il quale, partendo dal romanzo di Puskin, cavalca la leggenda di una presunta rivalità tra Mozart e Antonio Salieri, ritenuto il responsabile della morte del collega. Ma può un musicista sovrumano come Mozart scomparire per davvero? E se nel rispetto del principio di immortalità del quale godono i grandi, il divino Wolfgang si fosse in realtà incarnato in un altro gigante della musica, specificamente Rossini, colui il quale ha raccolto l’eredità dell’autore del «Don Giovanni» e del «Così fan tutte»? D’altronde, continua a circolare la leggenda secondo la quale Rossini altri non era se non un sottile utilizzatore di carte sottratte al vecchio Mozart, il quale, avrebbe organizzato con la moglie la propria scomparsa per sfuggire a mariti gelosi e creditori. Dunque, sarebbe stata Costanza ad approfittare dell’epidemia di peste per fingere una morte rapida del marito, gettato anonimamente con altri viennesi in una delle tante fosse comuni senza lapidi. Mozart sarebbe, invece, partito per Trieste, da dove poi si sarebbe imbarcato sotto falso nome in direzione Pesaro, dove la benestante famiglia Rossini lo avrebbe assunto, sotto falso nome, come precettore di un bambino grassoccio di nome Gioacchino.
Una storia che tra narrazione, musica dal vivo, leggenda, realtà e colpi di scena Michele De Candia e Vito Cofano conducono con un pizzico d’ironia vestendo i panni dei due grandi musicisti in uno spettacolo che ha come colonna sonora passi mozartiani dal Requiem, dalla Fantasia in do minore e dalle Nozze di Figaro, e pagine di Rossini dalle opere «La gazza ladra» e «Il barbiere di Siviglia» e dalla «Petite messe solennelle».

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