Presentazione

L’ARTISTA TRA IL CONTEMPORANEO E L’ETERNO

DOMENICO CAPOTORTO, pianoforte
LILLIA KEYES, violoncello

Musiche di Schumann, Brahms, Shostakovic

Spunti dall’ultimo romanzo di Domenico Capotorto “La pace del lago”
Introduzione a cura della musicologa Fiorella Sassanelli

Rendez-vous di grande prestigio per l’Agìmus con la musica classica e il repertorio da camera, protagonisti la violoncellista americana Lillia Keyes e il pianista e scrittore Domenico Capotorto che, partendo dal suo ultimo romanzo «La pace del lago», tesse una trama sonora e letteraria sull’artista contemporaneo e l’eterno in un recital introdotto dalla musicologa Fiorella Sassanelli. Il programma si apre con i Fantasiestücke op.73 di Robert Schumann, il romantico per eccellenza che, come nessuno dei contemporanei, seppe incarnare la coscienza musicale di quella stagione. All’epoca il compositore stava vivendo uno degli ultimi momenti felici a Dresda, prima del trasferimento a Düsseldorf, che coinciderà con una fase personale del musicista particolarmente difficile. I Fantasiestücke op.73 sono pagine che, come altre (vedi il ciclo Kreisleriana), rinviano a letture hoffmaniane, come citazioni di riferimenti poetici. E hanno per finalità la pratica dell’esecuzione privata, domestica (Hausmusik). In pezzi sono contraddistinti da una coerenza interna e da un discorso musicale unico e continuato, in un crescendo di turbamenti che, dai toni malinconici del primo movimento, assume toni più febbrili nella sezione centrale prima di sfociare, con una progressiva accelerazione dei tempi, nel gioco di variazioni sul quale viene fabbricato l’impeto finale, a tratti mitigato da passaggi più intimi e riflessivi. A seguire si ascolterà la Sonata per pianoforte e violoncello n. 1 op. 38 con cui Johannes Brahms restituisce l’impegno di quegli anni nella ricerca di uno specifico tono di voce cameristico incentrato sul registro strumentale medio-grave, dunque ottimale per la combinazione di violoncello e pianoforte. La scrittura rivela, infatti, un perfetto equilibro tra i due strumenti con rimandi alla tradizione settecentesca, con particolare riferimento all’«Arte della fuga» di Bach nel tema principale del primo movimento e in quello finale, mentre il secondo movimento, l’Allegretto quasi Menuetto, si richiama all’epoca classica. Chiude il concerto la Sonata per violoncello e pianoforte op. 40 di Dmitri Shostakovich, pagina con la quale il compositore di San Pietroburgo rientra nell’alveo del «realismo sovietico» rinunciando alle arditezze delle avanguardie europee, cui in un primo momento aveva guardato con un certo interesse. Dunque, sceglie di abbracciare una scrittura semplificata in favore di un discorso più chiaro e discorsivo, stabilendo un contatto vivo tra compositore e ascoltatore.

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