Presentazione

BORDERLINE. OLTRE I CONFINI

CONTAMINATION OPEN ENSEMBLE
Alessandro Turi, flauto traverso e flauto basso – Sabrina Preite, sax soprano –
Gabriele Cavallo, pianoforte, moog, handpan, flauto –
Francesca Perrone, contrabbasso – Michele Di Modugno, batteria

Musiche di Bolling, Iturralde, Cavallo, Connesson, Corea

L’Agìmus continua a farsi vetrina per i giovani talenti del territorio. E questa volta ospita una formazione, il Contamination Open Ensemble, nata nella classe di musica da camera diretta al Conservatorio Nino Rota di Monopoli da Domenico Di Leo, pianista e compositore da sempre aperto ai linguaggi «altri» rispetto alla tradizione accademica, con particolare attenzione alla cultura musicale americana e afro-americana. Infatti, il gruppo ha sviluppato sin dall’inizio una predilezione per un repertorio fresco e vitale, pieno di ritmo ed energia, pensato come un viaggio tra culture e generi molto diversi tra loro. Una vera e propria esperienza alla quale il pubblico partecipa attivamente attraverso tecniche performative come la «body percussion». Tuttavia, il Contamination Ensemble è «Open», dunque «aperto», non solo all’interazione con l’uditorio, ma soprattutto alla partecipazione di altri musicisti, come alle sorprese e ai colpi di scena, soluzioni nelle corde dei cinque componenti del gruppo, il batterista Michele Di Modugno, la contrabbassista Francesca Perrone, il pianista e tastierista Gabriele Cavallo, il flautista e percussionista Alessandro Turi e la sassofonista e percussionista Sabrina Preite, tutti provenienti da esperienze musicali molto differenti tra loro. Il loro incontro garantisce un amalgama decisamente originale, oltre a un sound carico di groove, al quale risponde il programma scelto per questo concerto, comprendente la «Prima Suite» per flauto e piano jazz trio di Claude Bolling, la «Suite Hellenique» e un medley di brani famosi di Pedro Iturralde e, ancora, la «Techno Parade» di Guillaume Connesson, l’«Eterofonia» di Gabriele Cavallo ispirata a «Clapping Music» di Steve Reich e, infine, la celebre «Spain» di Chick Corea, il grande jazzista latino-americano scomparso poco più di un anno fa. Insomma, autori che nelle loro composizioni hanno attinto a molteplici culture musicali.

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