Presentazione

DALL’OPERA ALLA DANZA

TRIO ROSPIGLIOSI
Rieko Okuma, flauto – Lapo Vannucci, chitarra – Luca Torrigiani, pianoforte

Musiche di Rossini, Carcassi, Genin, De Santis, Saint-Saëns, Piazzolla, Bartok

La flautista giapponese Rieko Okuma incontra il chitarrista Lapo Vannucci e il pianista Luca Torrigiani in un recital caratterizzato da una serie di originali trascrizioni per quest’organico comprendete sia passi tratti dal repertorio melodrammatico che alcuni capolavori cameristici intimamente legati alle danze tradizionali dell’Est Europa e del Sudamerica. La prima parte del recital è, infatti, dedicato ai due più grandi operisti italiani, Gioacchino Rossini, del quale verrà proposta in apertura una riduzione di Torrigiani e Vannucci dell’ouverture da «L’italiana in Algeri», cui seguirà la Deuxieme Aire dal «Mosè» dello stesso Rossini nella versione per chitarra e pianoforte di Matteo Carcassi, un virtuoso della chitarra della prima metà dell’Ottocento all’epoca molto famoso come concertista. La sezione dedicata al teatro d’opera si chiuderà con la Fantasia sulla «Traviata» di Giuseppe Verdi per flauto e pianoforte firmata dal flautista e compositore francese Paul Agricole Genin, altro musicista del XIX secolo autore di sessantaquattro numeri d’opera, tra cui la Fantasia e Variazioni sul Carnevale di Venezia per flauto op.14 considerata la sua opera più nota, e con il Fly Trio dalla «Madama Butterfly» di Puccini appositamente scritto da Francesco De Santis per il Trio Rospigliosi. La seconda parte del concerto si aprirà con una trascrizione di Matteo Emanuele Notarnicola della «Danse Macabre», indubbiamente uno dei lavori più popolari di Camille Saint-Saëns composto partendo da una poesia di Cazalis, di cui esiste anche una versione per violino e pianoforte elaborata dallo stesso Saint-Saëns dopo il successo della versione orchestrale. E altrettanto famoso è l’«Histoire du Tango», brano originariamente composto da Astor Piazzolla per flauto e chitarra (esattamente la versione che si ascolterà in quest’occasione) prima di essere rielaborato in varie combinazioni strumentali, con il violino al posto del flauto, per esempio, e l’arpa e la marimba in sostituzione della chitarra. Chiusura nel segno del compositore ungherese Béla Bartók e delle sue «Danze popolari rumene» scritte nel 1915 per pianoforte sulla base di sei danze originarie della Transilvania e due anni dopo trascritte per piccola orchestra, mentre qui si ascoltano nella rielaborazione per trio, sempre di Notarnicola.

OpenConcert
MIRYAM CAPUANO, violino
Al pianoforte Domenico Di Leo
Musiche di Beethoven, Paganini

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